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martedì 27 marzo 2012

Danielle Mitterrand


Nacque nel 1924 a Verdun, città di una regione francese che ricordano tutti quelli che hanno studiato storia: la Lorena.
Giovanissima visse la seconda guerra mondiale in maniera attiva, aiutando quei Francesi che non volevano essere assoggettati dai brutali militari tedeschi. Sabotando trasporti ed attaccando gli armamenti conobbe François Mitterand e sposò il futuro presidente della Repubblica francese.


Durante la presidenza del marito riunì nella France Libertés Fondation alcune associazioni più piccole e attraverso questa si dedicò all’aiuto di diverse popolazioni oppresse come i sandinisti che in Nicaragua si batterono avversando i militari contrarrevolucionarios appoggiati dagli Stati Uniti (che come al solito devono andare a mettere il becco nei Paesi che alzano la testa), l’esercito zapatista di Liberazione nazionale in Messico, l’etnia tibetana, il popolo sahrau invaso dal Marocco..


Grazie a queste coraggiose battaglie in difesa dei diritti umani vinse nel 1996, insieme alle donne algerine, il Premio Nord-Sud dal Consiglio europeo.
A proposito di Europa, è molto attuale ricordare come, nel 2005 ad 80 anni suonati, si batté per il “no” riguardo al referendum sul Trattato che avrebbe istituito una Costituzione per l’Europa, non ratificato dai Paesi Bassi e dalla Francia appunto. Giustificò la sua scelta, condivisa dalla maggioranza della popolazione, motivando gli eccessi della globalizzazione in una Unione europea debole. “Denuncio il potere dell’economia sulle persone, un sistema che trasforma gli individui in elementi di un’equazione economica, non rispetta il povero ed esclude chi non vive nel principio del profitto… Posso solo rifiutare una Costituzione europea che enfatizza competizione e profitto come valori primari… Io credo che un “no” sarebbe una forte testimonianza del nostro umanesimo. Forse potrebbe come incentivo per ripensare la direzione dell’Europa: la Pace, la risoluzione equa dei conflitti e la solidarietà con il debole, al posto della concorrenza, del profitto e dell’arricchimento”


Un mese prima di morire, 87enne, questa donna libera di esprimersi nonostante l’ingessatura che solitamente c’è in chi ha (o è vicino a) incarichi di governo, ebbe il coraggio di dire queste parole, quasi fossero un suo testamento: “Questo sistema economico, basato sullo sfruttamento intensivo delle risorse, sull’iper-consumismo, è arrivato alla fine della sua parabola. Ci salveremo solo se dalla società del profitto saremo capaci di passare alla società della condivisione”

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