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martedì 28 febbraio 2012

Berlino 2011-2012 - 34° incontro europeo organizzato dalla comunità di Taizé - prima parte


25 dicembre 2011
Con i miei genitori passo a prendere Mauro verso le quattro di pomeriggio.
L’emozione della partenza è soffocata dall’insolito clima perché, come dice Vasco: “in ogni caso poi la gente sai che cosa vuole? In fondo, vuole Natale con la neve!”
Alla stazione di Brescia aspettiamo Davide di Barbariga per poi prendere il treno su cui già ci aspetta Gianmartino da Vicenza. Quattro chiacchiere e ci troviamo già a Milano ad attendere il pullman che alle 20 partirà.
Ricordo piuttosto bene il primo viaggio di questo tipo: pensavo a quanta gente strana stavo incontrando! Oggi, cambierei l’aggettivo descrittivo in “particolare”.
Dopo tre soste arriviamo a Berlino alle 9 e mezza della mattina del 26 dicembre. Veniamo accolti dai frère e da dei volontari che ci danno un’infarinatura sull’organizzazione dell’incontro.

 Mentre cominciamo a prendere confidenza con la città, tramite le mappe forniteci, penso ad una frase di frère Leandro che racchiude il motivo di questi pellegrinaggi: “Dare un senso alla Vita”.
Nel pomeriggio siamo andati a vedere la parrocchia a cui siamo assegnati, dove abbiamo scoperto con meraviglia che quest’anno ci saranno poche famiglie ospitanti e molti dormitori comuni, soluzione, quest’ultima, da noi scelta. Una ventina di persone circa giaceranno con noi a Bethania. Cos’è Bethania? In quel momento pensavo fosse una sorta di scuola, forse per bimbi..
La serata, dopo la cena e la preghiera, ha visto come protagonista l’Europa Centre di Berlino ed un suo Irish pub, prima di tornare a casa e scoprire che Croati e Polacche ci terranno compagnia nella nostra nuova “casa”.
La sveglia il giorno 27 è suonata alle 6:30, così da poter fare un po’ di ginnastica prima di una doccia (secondo i turni stabiliti) e prima della partenza verso la fiera, dove dicono ci aspetti una colazione. Notizia che si rivelerà un bluff visto che la fiera era ancora chiusa!! Rimediamo in una di quelle pasticcerie volanti alle fermate della metro.
Alle 9, l’incontro con frère John mi ha fatto capire che domani accoglieremo i nuovi arrivati e spiegherò loro il meeting. Terminato questo, andiamo a visitare lo stadio dell’Hertha BSC (squadra calcistica più importante della città), dove il 9 luglio 2006 i calciatori dell’Italia portarono alla vittoria della Coppa del Mondo. L’emozione è indescrivibile: riesco persino a rivedermi mentalmente la sequenza dei rigori calciati in quell’occasione!

Mi preme raccontar una storia inerente a queste statue. Si trovano nello stadio in questione e il sottoscritto avrebbe voluto arrampicarsi per fare una foto in mezzo ai due uomini di pietra. L'alto senso civico tedesco volle che nell'atto di salire due bimbi da fuori lo stadio hanno cominciato ad urlare qualcosa come "iu caz!" e non hanno smesso fino a quando ne sono sceso

Nel pomeriggio, dopo il pranzo e la preghiera, siamo andati con John alla scuola dove saranno accolti gli Italiani, gli Albanesi e gli Spagnoli; preparando l’occorrente. La sveglia per domani è puntata alle 5:30 e quindi dopo la cena e la preghiera ci avviciniamo a casa ma….
La Germania è famosa per l’organizzazione e forse anche per l’efficienza ma quando si è in attesa di una metro che oscilla l’aspettativa d’attesa da 23 a 7 minuti, poi da 21 ad 11 minuti, 20 minuti, 10 minuti…attendendo in verità per circa tre quarti d’ora, questa reputazione si può incrinare.
Presto presto, il 28 dicembre io e Mauro andiamo a preparare l’accoglienza ai ragazzi che arriveranno tramite pullman. Dopo una prima ora di inattività arrivano due pullman di albanesi. OH MIO DIO! Devo fare la mia prima spiegazione d’accoglienza ad un pubblico che forse non parlerà la mia lingua! L’impresa è ardua. Con enorme piacere noto che quasi la metà almeno capisce cosa dico, qualcuno mi parla in un buon italiano. Con altrettanto piacere vedo entrare nell’aula dove siamo sistemati tanti loro connazionali a seguire la mia “lezione”. Poi con dispiacere scoprirò che questi spostamenti e delle incomprensioni metteranno a dura prova la mia pazienza..
Per fortuna dopo un calvario di tre ore è con enorme felicità e sollevazione che apprendo che tra i nuovi “alunni” ci saranno miei amici come Mattia, Fabio, Simone, Paolo….. Che gioia! Salutarsi, riconoscersi, dare il benvenuto..
Sbrigata presto la pratica accoglierò dei napoletani arrivati addirittura in auto!
Nel pomeriggio visitiamo il centro ma arrivati a Brandeburg Tor ci troviamo nel bel mezzo di una manifestazione. 

Abitanti del Congo lamentano i trattamenti a loro riservati dai potenti del mondo come Merkel, Sarkozy, Obama (l’Italia è fuorigioco e, questa volta, per fortuna!). 

Tutto questo l’abbiam capito grazie al linguaggio francese di Gianmartino perché se avessimo dovuto aspettar me saremmo ancora là a chiedere “in english, please”!

Poi, con mia grande mia aspettativa, siamo andati ad Alexanderplatz. Avete presente quando aspettate da tanto tempo una cosa e quindi vi monta la paura della delusione? Alle volte invece capita l’opposto: per esempio succede di trovarsi in un terreno asfaltato (chiamato affettuosamente “Alex” dai Berlinesi) e non essere in grado di dire esattamente dove ciò comincia e dove finisce, talmente è sterminato!

La mattina del 29 ho visitato un sacco di posti: 

il Bode Museum,

 l’isola dei musei, 

il Duomo di Berlino,

 l’Humboldt Box,

 l’Altes Museum,

 il bellissimo borgo Nikolaiviertel (da cui nacque la città), 

la Berliner Fernsehturm (che con i suoi 368 metri di altezza è l’edificio pubblico accessibile più alto d’Europa!)