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venerdì 16 dicembre 2011

Gandhi - prima parte

Mohandas Karamchand Gandhi fu un importante Indiano e lo si può capire già dai soprannomi che gli vennero affibbiati: “mahatma” (che significa grande anima: "spesso questo appellativo mi ha profondamente addolorato e non ricordo un momento in cui si possa dire che mi abbia lusingato") e “bapu” (che significa padre, anche perché è considerato “padre della nazione” e il 2 ottobre, giorno della sua nascita, è considerato festivo oltre ad essere la giornata internazionale della nonviolenza).
Nacque a Porbandar nel 1869, in un ambito familiare commerciale (il cognome infatti significa droghiere).
"I Gandhi per tre generazioni, a partire da mio nonno, sono stati primi ministri in parecchi Stati del Kathiaward"
Di religione indù, è anch’egli vittima dei matrimoni combinati precocemente, sposando Kasturba, sua coetanea. "è mio penoso dovere ricordare qui il mio matrimonio a tredici anni. Non riesco a vedere alcun motivo morale a sostegno di un matrimonio così assolutamente prematuro"
Due anni più tardi perderà il padre.
"Superai l'esame di ammissione all'università nel 1887... A diciannove anni andai in Inghilterra" alla volta di Londra con l’intenzione di studiare giurisprudenza. La casta di cui fa parte non gli perdona questa decisione perché convinta dell’impossibilità della rigida pratica induista nell’ambiente inglese.
Nel 1891 tornerà in India e apprenderà della morte della madre.
Vorrebbe cominciare a praticare il mestiere d’avvocato ma la timidezza, l’imbarazzo nel parlare ad un pubblico e le poche entrate gli fanno optare per un lavoro dal fratello avvocato, che lo porterà a difendere una causa addirittura in Sudafrica, per conto della ditta Meman! In quel periodo, in Sudafrica, era in vigore l’apartheid, oltre ai pregiudizi di origine razziale, anche nei confronti di Indiani. Son proprio queste 'esperienze di verità' a creargli un’evoluzione interiore che, da indifferente alla politica, lo porterà a prendere la via del satyagraha: parola nata in un concorso che significa verità e nonviolenza tramite l’applicazione di disobbedienze civili come metodo di resistenza alle oppressioni.

“Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”
Saranno proprio queste azioni a ispirare diverse persone, tra le quali Aung San Suu Kyi.
Probabilmente la prima si svolse in tribunale, luogo di lavoro, quando gli vien chiesto di togliersi il turbante. Si rifiuterà e verrà espulso.
In treno, mentre era seduto in prima classe con regolare biglietto, gli viene ordinato di sistemarsi in terza classe; anche qui la disobbedienza messa in atto gli causerà l’espulsione dal mezzo.
Gandhi disse che furono proprio queste situazioni di razzismo ed ingiustizia ad essere fondamentali nella sua vita, portandolo a riflettere contro questi soprusi e addirittura ad inventarsi un discorso pubblico a Pretoria.
Finito il contratto di lavoro viene indetta una festa di addio prima che torni in India.  Proprio qui però verrà a sapere della preparazione di una legge atta ad abolire il diritto di voto agli Indiani e gli viene chiesto di restare per aiutarli.
Il 22 agosto 1894 fonderà e diverrà segretario del Natal Indian Congress, organizzazione che mirerà a radunare la comunità indiana per lottare contro le leggi discriminatorie. Nel 1896 andò a casa per sei mesi, prese moglie e i quattro bambini e si stabilirono in India. "Appena fummo sbarcati...mi colpirono con pietre, mattoni e uova marce...altri incominciarono a picchiarmi e prendermi a calci... Per caso passò di lì la moglie del sovrintendente di polizia, che mi conosceva. La coraggiosa signora si avvicinò, aprì il parasole, benché non ci fosse il sole, e si fermò tra la folla e me. La furia della plebaglia si placò, perché riusciva loro difficile colpire me senza fare del male a Mrs. Alexander"
L’11 ottobre 1899 comincia la seconda guerra boera e Gandhi convincerà gli Indiani a parteciparvi come volontari ambulanzieri, al fine di dar più corpo alle richieste di cittadinanza. Durante questa guerra Gandhi porterà in India la famiglia e ritornerà in Sudafrica da solo. La guerra durò 2 anni e mezzo, con l’effetto peggiorativo della situazione. "A quell'epoca ritenevo che la colpa fosse più di singoli funzionari inglesi che del sistema inglese, e che potevamo convertirli con l'amore"
Anche Gandhi è portato ad etichettare quello che non conosce, quello che ignora, quello per cui non sente particolare riguardo, ed è quello che farà generalizzando riguardo ai “kaffirs”, cioè alla gente con la pelle nera: “La sola ambizione dei kaffirs è raccogliere una certa quantità di bestiame con cui comprare una moglie e poi passare la loro vita nudi, nell’indolenza. Sono degli sfaticati, una specie di umanità sconosciuta tra gli indiani” (dal giornale “The Indian Opinion”)
Il giornale “The Indian Opinion” è stato fondato, diretto ed edito dal 1904 al ’14 da Gandhi stesso a Durban, dove vivrà con la sua famiglia e i collaboratori in un terreno dove vivranno in comunità lavorando la terra. Il salario di questi lavori verrà distribuito egualmente, senza differenze di nazionalità o di colore della pelle, in un ambiente volontariamente povero e con grossa dedizione alla preghiera. È in questi momenti che Gandhi comincerà a digiunare, incitando gli amici a fare lo stesso.
Nel 1905 il Congresso indiano propone il boicottaggio delle merci dell’impero britannico e Gandhi vi aderirà.
L'anno successivo creerà il Corpo sanitario indiano per aiutare i suoi connazionali impegnati nella battaglia contro il governo che li ha appena obbligati a venire schedati ed è proprio qui che inviterà i compagni alla nonviolenza, sfidando la nuova legge e subendo punizioni. Questa forma di lotta durerà ben sette anni, durante i quali subiranno imprigionamenti, torture e pure uccisioni. Lo aiuteranno il libro “Disobbedienza civile” di Thoreau e la corrispondenza in atto con Tolstoj, poco prima della sua morte.
Il governo rende addirittura illegali i matrimoni tra persone non cristiane; questo viene percepito dalle donne come un invito alla disobbedienza.
Più saranno duri i metodi repressivi del governo e più l’opinione pubblica approverà i manifestanti pacifici, fino al punto d’essere costretto a negoziare le leggi approvate.
Nel 1914, terminata questa lotta andrà in Inghilterra, impegnata in guerra contro la Germania. Aiuterà nei servizi medici prima d’ammalarsi e tornare in India l’anno successivo ed essere accolto come un eroe.
Viaggerà per conoscere i villaggi indiani prima di fondare un’altra comunità con i membri della precedente ed altri amici (25 in tutto).
È in questo periodo che inizierà a costruire scuole ed ospedali, poi aiuterà i contadini che, oppressi dagli imperialisti britannici, si troveranno in situazioni di grossa povertà e ne risveglierà la coscienza politica.
Nel 1918 propone di aiutare i britannici nella guerra con un ragionamento da molti rifiutato ma ritorna ad essere celebre quando prepara uno sciopero generale dopo l’approvazione del Black Rowlatt Act. Ai membri del Partito del Congresso si aggiungono anche altri manifestanti che useranno metodi violenti causando assassini e incendi. Verrà invocata la legge marziale.
Il 13 aprile 1919 è l’occasione della tradizionale festa dei Sikh e vengono a trovarsi nel parco Jalianwalla Bagh, sfidando così l’attuale legge in vigore. I soldati, su ordine del generale Dyer, apriranno il fuoco causando circa 500 morti e un numero più che doppio di feriti. È il massacro di Amritsar.
Ciò sconvolse il popolo che reagì in modi diversi:  appoggiando il generale o intraprendendo violente rappresaglie.
Fu in questa situazione caotica che, in un discorso, Gandhi espresse il principio che la violenza è malefica e questa non può venire giustificata.

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