Si riparte e mentre è sempre maggiore la ricerca di fontanine che ci permettano di riempire le nostre bottigliette segnalo con molto piacere l'iniziativa di un gentiluomo che da casa sua ha attaccato una canna ed offre acqua potabile a chiunque la voglia: uno spettacolo veramente bello! È l'unica arma di cui abbiam bisogno! Anche se a dir la verità si vedono molteplici fucili (giocattolo) di legno, con un fiore che esce dalla canna, che si contrappongono alle armi che le forze dell'ordine neanche oggi hanno potuto lasciare a casa...a loro comunque va il ringraziamento per aver ben controllato il traffico.
Manca poco più di una decina di chilometri ad Assisi e riparte un altro tormentone: “Chi andrà fino alla Rocca di San Francesco?”
La risposta che più mi piace è “vediamo” ma preferisco rispondere “Io sì”: è la mia prima volta e questo San Francesco è piuttosto speciale per me, ergo non posso non andare a raccogliere un po' del suo Spirito.
Mentre penso già di essere l'eroe del gruppo mi viene rinfacciato di essere il più giovane e quindi oltre a dover sicuramente andare dovrò portare i loro zaini. La novità non mi preoccupa, però mi accorgo che il tempo passa, Assisi non è così vicina ed un temporale sta avvicinandosi. Decido di alzare il ritmo e vado di sorpasso in sorpasso.
Arrivo a Santa Maria degli Angeli alle 15:20 e mi dirigo verso la Rocca.
Comincio a calcolare mentalmente che il tempo d'andata sarà più o meno simile a quello del ritorno e, dovendo essere ai pullman per le 17:20 lo scarto è davvero poco.
Opto per una scelta: mi tolgo scarpe e calze.
Il motivo?
All'inizio ho pensato per comodità ma dopo averlo provato..posso dire di aver supplito così al carico di zaini che mi sarei dovuto portare.
Inoltre devo illustrare un'altra cosa di lodevole importanza: oltre all'aspetto francescano che mi han fatto notare i miei compagni di viaggio, la gente che s'accorgeva di quest'anomalia spalancava la strada lasciandomi passare, come una forma di rispetto, credo.
Durante la salita ho visto incisi su delle piastrelle che componevano il pavimento dei nomi, cognomi e dei luoghi. Prego chiunque ne sappia il motivo di comunicarmelo: sono curioso.
Quanta folla quassù!
Sarò arrivato? No, si sale ancora.
Intravedo la basilica di Santa Chiara: quanto vorrei fermarmi ma lo scarso tempo a disposizione non lo permette. Prometto di ritornare in questi meravigliosi luoghi.
Quando sono quasi arrivato alla basilica di San Francesco le mie orecchie sentono una voce tipicamente bresciana dire ad alta voce: “No, non ci credo..quello è Dario!”
Alzo lo sguardo e tra la folla riconosco un viso che ho visto poche volte ed almeno otto mesi fa: ha i capelli più corti ma l'Anima sempre pura: è Carlo!
Un grosso abbraccio ad un amico che ho conosciuto a Capodanno ed a cui auguro il migliore dei futuri: è quello che merita. Purtroppo entrambi abbiam fretta ma abbiam promesso di risentirci.
Arrivo finalmente alla basilica agognata e forse perché rallento il passo, ma non solo per quello, la fatica scompare e sento un sollievo in me. Peccato però che sono già le 16:20!
Pensate che sia arrivato?
No, la Rocca è più su ed ora mi dirigo.
Forse è proprio questo che, tra le altre cose, c'insegna San Francesco: siate umili, non sentitevi mai arrivati.
Guardando l'ora, dopo aver passato un po' di tempo con il mio santo preferito, m'infilo le scarpe e di corsa sintonizzo il pullman come mia prossima destinazione.
Appena salito sul mezzo si metterà a piovere. Che dire? Giusto in tempo!
Il ritorno è stato un denso scambio d'impressioni ed io, oltre alle molte riflessioni nella mente, ho molti propositi nel cuore.
Si può trovare a quest'indirizzo:
http://www.perlapace.it/index.php?id_article=7368
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