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lunedì 18 maggio 2015

C’è strada per un turismo più attento all’ambiente ad alla sostenibilità?



Un recente studio realizzato dall’associazione Touring Club Italia e dall’istituto di ricerca SWG dice che il 48% degli italiani, tra i 35 e i 54 anni, preferisce viaggiare in maniera più sostenibile ed attenta verso la natura.
Quale sarebbe questa maniera?

Vieni a scoprirlo martedì 19 maggio presso il salone dell’ex asilo di San Giovanni di Polaveno, dalle 20:30!

Un metodo è piuttosto “antico” e consiste nelle nostre due gambe, oppure nelle quattro “gambe” dei cavalli oppure nelle due ruote della bicicletta! 
Tutti metodi “slow” (lenti) e senza impatto ambientale.

Pare che anche i tour operator siano sempre più disposti ad offrire pacchetti “green” in cui il turista si trovi a contatto con la natura.
Proviamo a immaginare quanti turisti nordici, tedeschi e olandesi in primis, sarebbero disposti a caricare le loro biciclette per godere del nostro clima, visitare le nostre bellezze artistiche e paesaggistiche, magari assaporando le nostre eccellenze enogastronomiche.
Per evitare che i turisti riescano a venire qui per vedere zone stupende coperte da capannoni vuoti, una costa ultra-cementificata, rifiuti ovunque e luoghi incredibili come Pompei che cadono letteralmente a pezzi; numerosi territori vengono valorizzati attraverso percorsi pedonali, ciclabili e “ippovie” immersi in paesaggi incontaminati. 


In Toscana è ora possibile il progetto “Terre di Siena a Cavallo”

In Umbria “Il Sentiero a cavallo” rende possibile percorrere anche a cavallo il Sentiero di Francesco, nel tratto che corre tra le belle colline di Gubbio e Assisi, sullo stesso tracciato accessibile in mountain bike.

In Basilicata è possibile avventurarsi in mountain bike lungo il tour nella valle del Bradano, dai Sassi di Matera fino alla costa.

“Corona Verde”, un progetto della Regione Piemonte, coinvolge ben 93 comuni ed intende realizzare un’infrastruttura verde rappresentata dal patrimonio naturale dei parchi metropolitani, dei fiumi e delle aree rurali per riqualificarne il territorio e migliorarne la qualità di vita. Gli obiettivi sono: la tutela ambientale e la riqualificazione delle componenti eco sistemiche di pregio; il rafforzamento della funzione di corridoio ecologico dei corsi d’acqua e dei canali; il potenziamento della fruizione in un sistema integrato che sia in grado di connettere le risorse naturalistiche e i sistemi storico-culturali; il potenziamento ed il ridisegno dei bordi urbani per salvaguardare le aree aperte e contrastare il consumo di suolo; l’affidamento all’agricoltura periurbana di un ruolo centrale nella gestione e nel mantenimento del sistema degli spazi aperti e dei paesaggi rurali tradizionali. 

È stata organizzata una Festa del cavallo nella Valle di Cogne per riscoprire l’animale ed il paesaggio alpino allo stesso tempo.

Ad Ostuni è stato avviato un sistema di gestione ambientale certificato ISO 14001 e, nel Parco Regionale delle Dune Costiere e nell'area naturale di Torre Pozzella, sono stati razionalizzati degli accessi al mare, realizzando un sistema integrato bus+bici ed allestendo aree di sosta e parcheggi distanti dalla linea di costa; realizzato un Albergabici a servizio del cicloturismo dotato di 20 posti letto, ciclofficina e parcheggio di scambio.


È un cambio di rotta?
Se lo è, è dettato dalla crisi economica?
Secondo una ricerca condotta dall’associazione Agriturist e da Confagricoltura, sarebbe una scelta mirata all’ambientalismo ed alla riscoperta delle risorse locali perché, per esempio, gli spostamenti a cavallo rappresentano comunque un costo aggiuntivo e i prodotti da agricoltura biologica sono ricercati volutamente.

Con la ricerca “Il valore delle 2 ruote” il Parlamento europeo ha calcolato per il cicloturismo un giro d’affari che si aggira intorno ai 44 miliardi di euro all’anno.

La rete ciclabile del Trentino, con oltre 400 chilometri di piste ed un costo di realizzazione al metro che va da 20 euro a 400 euro, produce ogni anno 100 milioni di euro di indotto!

Per l’Italia la rete Bicitalia potrebbe generare un fatturato cicloturistico  pari a 3,2 miliardi di euro l’anno!


Ecco l’elenco degli itinerari della rete Bicitalia:
-          Ciclopista del Sole (dal Brennero a Santa Teresa di Gallura) – L’Italia in bicicletta dal Brennero alle isole, sulla greenway nazionale
-          Ciclovia del Po (dalla sorgente al delta) – Paesaggi di pianura, lungo le sponde del grande fiume
-          Ciclovia Francigena (da Como a Brindisi) – Francigena e varianti storiche, fino a Roma e oltre
-          Le Ciclovie dei Fiumi del Triveneto (percorsi lungo il corso dei fiumi Adige, Brenta, Livenza, Sile, Piave, Tagliamento e Isonzo) – Tra ferrovie dismesse e corsi d’acqua, il Nordest modello Asburgo
-          Ciclovia Romea (da Tarvisio a Roma) – Verso la capitale sulle strade dimenticate dell’impero
-          Ciclovia Adriatica – Da Trieste a Santa Maria di Leuca, con lo sguardo sempre sul mare
-          Ciclovia Romagna Versilia (da Rimini a Viareggio) – Da un ombrellone all’altro, attraverso i silenzi d’Appennino
-          Ciclovia Conero Argentario – Tra due promontori, passando per il cuore verde d’Italia
-          Ciclovia Salaria (dalla capitale a San Benedetto del Tronto) – Da Roma all’Adriatico sulle tracce della consolare romana
-          Ciclovia dei Borboni (da Bari a Napoli) – Un lento viaggio nel tempo tra le civiltà del Mezzogiorno
-          Ciclovia degli Appennini (dal Colle di Cadibona a Reggio Calabria) – Una lunga danza a saliscendi sulla dorsale d’Italia
-          Ciclovia Pedemontana Alpina (da Trieste a Savona) – Tra laghi e colline, affacciati sulla balconata del Nord
-          Ciclovia dei Tratturi (da Vasto a Gaeta) – Traversata Est-Ovest sulle antiche rotte della transumanza
-          Ciclovia dei Tre Mari (da Otranto a Sapri) – Approdi del Mediterraneo in rete, un modello per l’Europa
-          Ciclovia Svizzera Mare (da Locarno a Ventimiglia) – Traversata a Nord-Ovest, dal cantone alla riviera
-          Ciclovia Tirrenica (da Verona alla capitale) – Alla conquista di Roma oltre le terre degli Etruschi
-          Ciclovia dell’Adda (dallo Stelvio a Cremona) – Paesaggi manzoniani e il genio di Leonardo attraverso la Lombardia d’acqua
-          Fano Grosseto – Sulle strade dove il paesaggio è diventato arte

martedì 12 maggio 2015

Potrebbe essere una risorsa economica per molti


Vi ricordate i referendum del giugno 2011?
 
Con la vittoria, l’Autorità dell’energia elettrica, del gas e del sistema idrico aveva eliminato il principio della remunerazione del capitale. Il referendum abrogativo proponeva, infatti, l’abrogazione parziale della norma che stabiliva la determinazione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, nella parte in cui prevedeva che tale importo includeva anche la remunerazione del capitale investito dal gestore.
L’autorità aveva inoltre stabilito che il costo degli investimenti sarebbe stato riconosciuto soltanto a opere ultimate e in funzione.
Bene!

Rimanevano fermi alcuni criteri come la sostenibilità economica della fornitura agli utenti domestici, la copertura integrale dei costi di esercizio e di investimento, la sostenibilità ambientale dell'uso della risorsa attraverso l'applicazione del principio "chi inquina paga", l'attenzione alla qualità del servizio tecnico e commerciale attraverso specifici indicatori.

Secondo il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua è però stata sancita nei fatti la negazione del Referendum: «L'Autorità ha varato una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in "costo della risorsa finanziaria", ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta. Il nuovo metodo tariffario, metterà a rischio gli investimenti per la gestione del servizio idrico integrato più di quanto già non accada attualmente. Ciò avverrà perché in un sistema che si basa sul ricorso al mercato creditizio, se si allunga il periodo di ammortamento dei cespiti si ha una conseguente riduzione delle aliquote annue con un impatto negativo sui flussi di cassa, creando così un rischio elevato nel reperimento delle risorse finanziarie. Ciò è particolarmente grave visto che il servizio idrico integrato abbisogna di ingenti investimenti nei prossimi anni. Vogliamo che il nuovo metodo tariffario venga ritirato e chiediamo le dimissioni dei membri dell'Autorità. non ci fermeremo ad elemosinare concessioni ma ci batteremo finché questo non avverrà e venga ristabilita la volontà popolare».


Volete sapere altri aspetti che nel nostro Paese non funzionano bene?

I componenti della Commissione VIA (Valutazione Impatto Ambientale) negli scorsi anni ricevevano il trattamento economico annuo lordo specificato nella tabella sottostante.

Un totale complessivo di più di 3 milioni di euro (3080610 €) annui lordi, oltre agli oneri di missione (ivi inclusi quelli per ispezioni e sopralluoghi per la verifica di ottemperanza alle prescrizioni VIA).

Al trattamento economico ed agli altri oneri per l’attività istruttoria VIA-VAS, si fa fronte ai sensi dell’articolo 2, commi 615, 616 e 617 della legge 24 dicembre 2007 n. 244, che definisce le modalità di riassegnazione del contributo dello 0,5 per mille versato dal soggetto proponente il progetto.

Nel biennio 2010-2011 risulta una riassegnazione media annua, atta a coprire gli oneri di funzionamento, di circa 4,5 milioni di euro, a fronte di un gettito di circa 10 milioni di euro, oltre risorse ordinarie disponibili pari a più di 2,5 milioni di euro (2609274 €) per il 2010; a quasi 2 milioni di euro (1802239 €) per il 2011; quasi 1,5 milioni di euro (1480068 €) ne 2012.

Ecco invece i versamenti 0,5 per mille per la VIA negli anni 2010, 2011 e 2012:
-somme introitate all’entrata del bilancio dello Stato: quasi 10 milioni di euro (9764011 €) nel 2010; più di 11 milioni di euro (11143644,83 €) nel 2011; quasi 7 milioni di euro (6804355,44 €) nel 2012
-somme riassegnate sul pertinente capitolo di spesa: quasi 4,5 milioni di euro (4437827 €) nel 2010; più di 5 milioni di euro (5064940 €) nel 2011; quasi 4,5 milioni di euro (4347840 €) nel 2012
-risorse ordinarie: più di 2,5 milioni di euro (2609274 €) nel 2010; quasi 2 milioni di euro (1802239 €) nel 2011; quasi 1,5 milioni di euro (1480068 €) nel 2012
-totale risorse disponibili per istruttoria VIA-VAS: più di 7 milioni di euro (7047101 €) nel 2010; quasi 7 milioni di euro (6867179 €) nel 2011; quasi 6 milioni di euro (5854908 €) nel 2012


Il trattamento economico della Commissione AIA è determinato sulla base del Decreto MATTM-MEF del 5 marzo 2008 prevede che ai componenti della Commissione spettino il 60% della tariffa istruttoria versata per ogni singolo impianto. 

Ecco i versamenti AIA complessivi intervenuti a decorrere dall’esercizio 2010:
-somme introitate all’entrata del bilancio dello Stato (tariffe): più di 500 mila euro (500475 €) nel 2010; più di 350 mila euro (353010 €) nel 2011; quasi 800 mila euro (775779,31 €) nel 2012
-somme riassegnate sul pertinente capitolo di spesa: quasi 300 mila euro (296380 €) nel 2010; quasi 300 mila euro (301460 €) nel 2011; quasi 600 mila euro (590143 €) nel 2012

Nelle more dell’adozione del decreto, ai componenti della Commissione unificata è corrisposto un trattamento forfettario pari al 70% del trattamento economico già spettante ai componenti ordinari della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientali – VIA e VAS.

giovedì 19 marzo 2015

“Un’altra difesa è possibile”

Ci si può impegnare nel costruire percorsi di pace partendo da una riflessione su tutto ciò che ha alienato, offeso ed annullato l'umanità.

La guerra, la violenza, ogni forma di violenza, come pure le ingiustizie presenti nel mondo producono sofferenza, distacco dagli affetti e dall'insieme di relazioni, generando pertanto solitudine, povertà e paura del futuro.
La guerra è sofferenza, porta morte, distruzione, malinconia” - Vincenzo T.

La donna è doppiamente vittima: oltre a subire la guerra deve curare le ferite morali e fisiche dell'uomo” - Mohamed M.
I molti conflitti armati che ancora oggi affliggono il mondo ci presentano ogni giorno una drammatica immagine di miseria, fame, malattie e morte.
Guerre e conflitti non si possono fermare con le armi. Non sarà l’invio di fucili e di cacciabombardieri in Iraq a fermare l’Isis; né il commercio e le esportazioni di armi in Israele aiutano certo a fermare le ingiustizie, le sopraffazioni e le stragi ai danni della popolazione palestinese che vive a Gaza e nei territori occupati. La storia recente parla da sola. La guerra “infinita” e quella “umanitaria” non hanno portato pace ma alimentato i conflitti interni in Afghanistan, in Iraq come in Libia e, semmai, hanno dato ossigeno a quei fondamentalismi che, cavalcando e alimentando lo scontro con l’occidente, sperano di estendere il proprio controllo su quei territori. Non è dunque di aerei di attacco, capaci di trasportare bombe nucleari, né di sommergibili o portaerei che il mondo ha bisogno. Piuttosto occorre aumentare il numero delle persone disposte a costruire la pace dal basso intervenendo nelle zone di conflitto con azioni nonviolente di interposizione, interventi umanitari a supporto delle popolazioni civili, attività di monitoraggio della garanzia dei diritti umani, iniziative di mediazione che favoriscano il dialogo tra le diverse parti in conflitto” – Grazia Naletto

È in questo momento che si presenta la Proposta di Legge di iniziativa popolare per la Difesa civile non armata e nonviolenta. Si tratta ora di raccogliere 50mila firme autenticate (c'è tempo fino al 28 maggio) per poi presentare il testo di legge alla Camera dei Deputati, chiedendone la discussione.

L'articolo 52 della Costituzione Italiana dice: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.”
Non parla di “difesa armata o militare” ma semplicemente di “difesa”. I Costituenti già immaginavano che vi potessero essere diverse modalità di difesa. Il problema è che è sempre e solo stata finanziata la difesa militare armata e non si è mai data una possibilità alla difesa nonviolenta di dimostrare la sua efficacia.” – Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta

Pietro Pinna, tra i primi obiettori italiani nel 1949, nel corso della sua vicenda giudiziaria si disse disponibile ad essere impiegato nei servizi di “sminamento” (in quegli anni erano ancora molte le bombe inesplose che potevano provocare gravi danni alla popolazione) per dimostrare che il suo rifiuto di indossare la divisa e le armi non veniva fatto per viltà. Ripudiava la guerra ma era pronto ad assolvere un servizio civile per la pace.” – Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta
La proposta intende dare attuazione all’art. 11 della nostra Costituzione che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, rivendicando il diritto dei cittadini a svolgere un ruolo attivo nella difesa del paese attraverso la promozione di interventi civili e non violenti di pace.” – Grazia Naletto
Favorire la prevenzione dei conflitti armati, la mediazione, la riconciliazione, la promozione dei diritti umani, la solidarietà internazionale, l’educazione alla pace.” – Pasquale Pugliese, Segretario del Movimento Nonviolento
Lenire le differenze sociali, le disuguaglianze, la promozione della cultura, la tutela del territorio e del patrimonio ambientale, per ricostruire e garantire la coesione sociale, l’educazione dei giovani alle diverse forme di cittadinanza partecipata e l’integrazione delle diversità. In poche parole, la difesa della Patria…ecco che la difesa della Patria, così ampiamente intesa, diventa nuovamente tema di interesse per tutti i cittadini, non più chiamati alle armi ma all’impegno” – Enrico Maria Borrelli, Presidente Forum Nazionale Servizio Civile


Si difende la Patria contrastando le situazioni di degrado sociale, culturale ed ambientale, difendendo l’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni cagionati dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni.
Si difende la Patria difendendo la Costituzione ed i diritti civili e sociali che in essa sono affermati.

È giunto ormai il tempo di passare dalla retorica della pace che prepara sempre nuove guerre alla politica per la pace che ne prepara e costruisce la difesa che, essendo “civile, non armata e nonviolenta” ha bisogno della partecipazione di tutti, a cominciare dall’impegno di ciascuno nella raccolta delle firme necessarie.” – Pasquale Pugliese

giovedì 29 gennaio 2015

Amartya Sen - quarta parte



Con il tempo, nel 1971, Amartya ha lasciato Delhi per aderire alla London School of Economics: erano riusciti, congiuntamente, nel fare della Scuola di Delhi il centro preminente di istruzione in economia e scienze sociali, in India.
Amartya ha lasciato Delhi poco dopo che Collective Choice and Social Welfare era stato pubblicato nel 1970. 
Sua moglie, Nabaneeta Dev, con la quale ha due figli (Antara e Nandana), ha avuto problemi costanti con la sua salute a Delhi (soprattutto da asma). Londra poteva essere più idonea ma accadde che il matrimonio si sciolse poco dopo che furono andati a Londra.
Nabaneeta è una poeta di notevole successo, critica letteraria e scrittrice di romanzi e racconti (uno degli autori più celebri della letteratura bengalese contemporanea), che ha combinato con, dal momento del loro divorzio, l’essere una professoressa universitaria presso Jadavpur University di Calcutta. Amartya ha imparato molte cose da lei, tra cui l'apprezzamento della poesia da una prospettiva "interna". Aveva lavorato in precedenza sullo stile distintivo e la composizione della poesia epica, tra cui i poemi epici in sanscrito (in particolare il Ramayana), questo lo aveva molto coinvolto. I genitori di Nabaneeta erano poeti molto ben noti e lei sembra aver sopportato il suo status di celebrità - e il gran numero di riconoscimenti che le sono venuti a suo modo - con inalterata accessibilità e calore. Aveva visite da un flusso interminabile di fans letterari e le ha ancora. In un'occasione, è arrivato un poeta con un centinaio di nuove poesie, con l'intento dichiarato di leggerli ad alta voce a lei, per ottenere il suo giudizio critico ma, dal momento che lei era fuori, lui ha detto che si sarebbe allora accontentato di leggerli a me. Quando Amartya lo supplicò perché gli mancava raffinatezza letteraria, gli è stato assicurato dal deciso poeta: "Questo è giusto, mi piacerebbe sapere come l'uomo comune può reagire alla mia poesia." L'uomo comune, disse orgogliosamente Amartya, ha reagito con appropriata dignità e autocontrollo.
Quando si sono trasferiti a Londra, Amartya stava anche passando attraverso alcuni gravi problemi medici. Nei primi mesi del 1952, all'età di 18 anni (quando era studente al Presidency College), ha avuto il cancro della bocca ed era stato affrontato da una dose forte di radiazioni in un piuttosto primitivo ospedale di Calcutta.  
Questo è stato solo sette anni dopo Hiroshima e Nagasakigli effetti di lungo periodo delle radiazioni non erano molto comprese. La dose di radiazioni che ha ricevuto può essere che abbia curato il cancro ma anche ucciso le ossa nel suo palato duro.  

Nel 1971, è risultato che ha avuto o una recidiva del cancro o un grave caso di necrosi ossea. La prima cosa che ha dovuto fare al ritorno in Inghilterra è subire un'operazione grave, senza sapere se sarebbe stata solo chirurgia plastica per compensare la necrosi (una lunga e complicata operazione in bocca ma nessuna vera minaccia alla sopravvivenza ) o, molto più esigente, un nuovo ciclo di tentativi di eradicazione del cancro.
Dopo la lunga operazione (che è durata quasi sette ore), quando Amartya si è svegliato dalla pesante anestesia, erano le quattro del mattino. Come una persona con molta impazienza, voleva sapere che cosa aveva trovato il chirurgo. L'infermiera di turno gli ha detto che non le era permesso di dirgli nulla: "è necessario attendere che i medici vengano alle nove"
Questo ha creato una certa tensione (voleva sapere quanto emerso) che l'infermiera ha notato. Amartya ha potuto vedere che lei aveva voglia di dirgli qualcosa: infatti (come avrebbe saputo dopo) nessuna recidiva di cancro era stata rilevata nella sezione di biopsia che era stata eseguita, la lunga operazione era principalmente una ricostruzione del palato per compensare la necrosi. Lei alla fine cedette, scegliendo una forma interessante di comunicazione che Amartya ha trovato abbastanza sorprendente: "Sai" disse, "ti stavano lodando molto!"
Poi Amartya si rese conto che non avere il cancro può essere un argomento per la lode. Infatti, cullato dalla lode, è tornato tranquillamente al suo sonno post-operatorio.  
Negli anni successivi, quando vorrà provare a lavorare sul giudicare la bontà di una società per la qualità della salute delle persone, la sua approvazione per la lodevolezza di essere libero dal cancro potrebbe servire come un buon punto di riferimento!
L'atmosfera intellettuale alla London School of Economics in particolare ed a Londra in generale, era molto gratificante, con un emozionante caleidoscopio di storici, economisti, sociologi e altri. 

È stato meraviglioso avere la possibilità di vedere molto frequentemente Eric Hobsbawm (il grande storico) e sua moglie Marlene, di interagire regolarmente con Frank e Dorothy Hahn, Terence e Dorinda Gorman e molti altri. Il piccolo quartiere di Amartya a Londra (Bartholomew estate, all'interno del Kentish Town) offriva ottima compagnia della creatività intellettuale e artistica e partecipazione politica. Anche dopo aver preso un lavoro a Oxford (Professore di Economia, 1977-80, Drummond Professor di Economia Politica, 1980-1987) in seguito, non ha potuto essere mosso dal vivere a Londra.
Mentre Amartya si sistemava presso la London School of Economics nel 1971, ha ripreso il suo lavoro sulla teoria della scelta sociale. Ancora una volta, ha avuto ottimi studenti alla LSE e più tardi a Oxford. Oltre a Kaushik Basu e Rajat Deb (che era venuto da Dehli), altri studenti, come Siddiq Osmani, Ben Fine, Ravi Kanbur, Carl Hamilton, John Wriglesworth, David Kelsey, Yasumi Matsumoto, Jonathan Riley, produssero distinte tesi di dottorato su una serie di problemi di scelta economica e sociale. Lo hanno reso molto orgoglioso del fatto che molti dei risultati che sono diventate norme nella teoria della scelta sociale e di benessere economico erano emerse prima in queste tesi di dottorato.
Ha avuto anche la fortuna di avere colleghi che stavano lavorando su gravi problemi di scelta sociale, tra cui Peter Hammond, Charles Blackorby, Kotaro Suzumura, Geoffrey Heal, Gracieda Chichilnisky, Ken Binmore, Wulf Gaertner, Eric Maskin, John Muellbauer, Kevin Roberts, Susan Hur-ley, alla LSE o Oxford o adiacenti università britanniche
Ha anche imparato molto da conversazioni con gli economisti che erano in altri campi ma le cui opere erano di grande interesse per Amartya, compresi Sudhir Anand, Tony Atkinson, Christopher Bliss, Meghnad Desai, Terence Gorman, Frank Hahn, David Hendry, Richard Layard, James Mirrlees, John Muellbauer, Steve Nickel, tra gli altri). 
Ha anche avuto l'opportunità di collaborazione con i teorici della scelta sociali in altri Paesi, come Claude d'Aspremont e Louis Gevers in Belgio, Koichi Hamada e Ken-Ichi Inada in Giappone (uniti poi da Suzumura al suo ritorno lì) e molti altri in America, Canada, Israele, Australia, Russia e altrove.  
Ci sono stati molti nuovi risultati formali e intese informali emerse in queste opere e l'oscurità dei "risultati impossibilitati" cessò di essere l'unico tema di primo piano nel settore.
Gli anni 1970 sono stati probabilmente gli anni d'oro della teoria della scelta sociale in tutto il mondo

Le possibilità costruttive che la nuova letteratura sulla scelta sociale ha prodotto han diretto subito a fare uso di statistiche disponibili per una serie di valutazioni economiche e sociali: misurar la disuguaglianza economica, giudicare la povertà, valutare dei progetti, analizzare la disoccupazione, indagare i principi e le implicazioni di libertà e diritti, valutare la disuguaglianza di genere e così via. 
Il suo lavoro sulla disuguaglianza è stato molto ispirato e stimolato da quello di Tony Atkinson. Ha anche lavorato per un po' con Partha Dasgupta e David Starrett sulla misura della disuguaglianza (dopo aver lavorato con Dasgupta e Stephen Marglin sulla valutazione dei progetti) e più tardi, più estesamente, con Sudhir Anand e James Foster.
I suoi interessi gradualmente si sono spostati dalla teoria pura di scelta sociale per problemi più "pratici". Non avrebbe potuto prender loro senza avere una certa sicurezza che gli esercizi pratici da intraprendere erano anche fondamentalmente sicuri (piuttosto che ospitare implicitamente incongruenze e impossibilità che potrebbero essere esposte al più profondo sondaggio di analisi).
Il progresso della teoria pura della scelta sociale con una base informativa espansa era, in questo senso, abbastanza cruciale pure per il suo lavoro applicato.