Al Borgo di Dio le persone si
riuniscono per discutere e Danilo scrive “Banditi a Partinico”
attraverso la conoscenza di banditi che avevano fatto parte della
banda di Salvatore Giuliano. Verrà stampato nell'ottobre 1955. Il
libro riguarderà le condizioni sociali di quei paesi dove la gente
ha fatto più anni di galera che quelli di scuola e dove lo Stato ha
risposto all'ignoranza con la repressione.
Danilo con queste inchieste desidera
conoscere i problemi, discuterli partecipando alle riunioni e
trovando le leve per cambiare.
Alcuni dati: un lavoratore guadagnava
400 lire per una giornata di 12 ore di lavoro, quando riusciva a
trovarlo; in un quartiere di Partinico su 330 famiglie, ben 319 non
avevano l'acqua in casa, due terzi delle case non avevano fognature.
Una delle caratteristiche che ammiro di
più in Danilo è il metodo socratico con cui opera ritenendo il
coinvolgimento e la partecipazione come parti necessarie per il
cambiamento. Si può ottenere questo valorizzando (empowering)
culture e competenze come contributi personali o collettivi
allargando di fatto potere e decisioni a persone che prima ne erano
escluse.
Danilo non propina verità
preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare o
fare.
Nelle riunioni, infatti, sono frequenti le
interrogazioni, i confronti e gli ascolti per arrivare a prendere
delle decisioni.
Nel corso di queste riunioni venne scoperto che, per
migliorare la situazione agricola ed economica della zona, era stato
fatto un progetto di una diga sul fiume Jato. Avrebbe permesso di
creare un bacino per irrigare i campi delle zone vicine, risolvendo
così uno dei più gravi problemi dato che a periodi brevi di forti
piogge (che impaccano il terreno) succedevano periodi lunghissimi di
siccità rendendo così i terreni quasi improduttivi.
La mafia aveva
fatto seppellire il progetto.
Il fiume Jato sprecava le sue acque nel Golfo di
Castellammare invece di dare ricchezza a tutta la valle.
Nel novembre
1955 Danilo digiunerà per sollevare il problema della diga sul fiume
Jato.
I denigratori sono tanti e ripetono continuamente: “Non si
costruiscono dighe con i digiuni, Danilo è un sognatore, un
utopista”
Danilo rispondeva: “Sono uno che cerca di tradurre
l'utopia in progetto. Non mi domando se è facile o difficile ma se è
necessario o no. Quando una cosa è necessaria, magari occorreranno
molta fatica e molto tempo, sarà realizzata. La diga sullo Jato,
sarà realizzata per la semplicissima ragione che qui la gente vuole
l'acqua”
Nel gennaio 1956, oltre mille persone
organizzeranno uno sciopero della fame collettivo con l'intento di
protestare contro la pesca di frodo che manda in rovina l'attività
dei pescatori. Le autorità scioglieranno la manifestazione dicendo
che un digiuno pubblico è illegale.
Un mese dopo avverrà lo storico
sciopero alla rovescia.
In cosa consistette?
Partendo dall'idea che un lavoratore per protestare sciopera astenendosi dal lavoro, un disoccupato può allora scioperare mettendosi, per protesta, al lavoro.
Partendo dall'idea che un lavoratore per protestare sciopera astenendosi dal lavoro, un disoccupato può allora scioperare mettendosi, per protesta, al lavoro.
Fu così che centinaia di disoccupati
cominciarono a sistemare una strada comunale in pessime condizioni,
facendo così notare che il lavoro da eseguire ci sarebbe, in
ottemperanza anche all'articolo 4 della nostra Costituzione.
Invece che
applaudire il gesto, la polizia arresta Danilo e altri collaboratori
per occupazione abusiva di suolo pubblico. Fernando
Tambroni, Ministro dell'Interno, ritira a Danilo il passaporto
con la motivazione (assurda) di aver diffamato l'Italia con le sue
opere.
Chissà quanti passaporti ritirati se
si dovesse mantenere questo metro di giudizio...
Danilo viene difeso dal grandissimo
giurista Piero Calamandrei e il processo viene evidenziato dalla
stampa. Danilo Dolci viene scagionato e riceve la
Medaglia d'oro per aver tenuto alti gli ideali della Resistenza.
L'anno successivo, nel 1957, a Danilo
Dolci viene conferito il Premio Lenin per la pace. Una sorta di
risposta sovietica al Premio Nobel per la pace. Veniva assegnato
(fino al 1991) alle personalità che avessero rinforzato e
consolidato la pace tra i popoli. Danilo lo accetta specificando di
“non essere comunista”.
Con i soldi del premio costituisce,
sempre in Palermo, il “Centro studi e iniziative per la piena
occupazione”
Davvero lunga la lista degli illustri
frequentatori: scrittori, pittori, antropologi, poeti, psicoanalisti,
sociologi, matematici, pedagogisti, urbanisti, architetti, agronomi,
economisti, saggisti, docenti, politici...
Sempre nel 1957 vince il premio
letterario Viareggio per il libro “Inchiesta a Palermo”
Nel 1962 ancora un digiuno, seguito da
una grande manifestazione popolare, riuscirà a scuotere le autorità
ed a far riemergere il progetto della diga sul fiume Jato.
Inizialmente pareva un'utopia ma poi ci
si accorse che se davvero si vuole una cosa, il sogno può diventare
realtà.
Danilo collaborerà alla realizzazione
dei lavori con i restanti fondi del Premio Lenin per la pace nonché
grazie all'aiuto di tanti comitati di amici sorsi in Italia e
all’estero.
In questa occasione Danilo riceverà
minacce mafiose ed intensificherà quindi lo studio del fenomeno
mafioso intrecciato col potere politico arrivando, nel 1965, ad
accusare due deputati della Democrazia Cristiana. I parlamentari lo
quereleranno per diffamazione e Danilo, dopo un processo durato 7
anni, verrà condannato per diffamazione a 2 anni di reclusione ma
l'amnistia, varata l'anno precedente e chiesta da Danilo, lo salverà
dal carcere.
Da una parte attestati di stima sia in
Italia (per esempio Norberto Bobbio, Italo Calvino, Aldo Capitini,
Ernesto De Martino, Federico Fellini, Ugo La Malfa, Carlo Levi,
Girolamo Li Causi, Alberto Moravia, Ferruccio Parri, Vasco Pratolini,
Lucio Lombardo Radice, Vittorio Sereni, Ignazio Silone e Paolo Sylos
Labini) sia all'estero (per esempio Erich Fromm, Aldous Huxley,
François Mauriac, Gunnar Myrdal, Jean Piaget, Bertrand Russel e
Jean-Paul Sartre).
Dall'altra parte per il cardinale
Ernesto Ruffini è tra le tre cause che maggiormente disonorano la
Sicilia.
L'iter processuale confluirà nel libro “Processo
all'articolo 4”
L'opera sul fiume Jato, cominciata il
27 febbraio 1963 3 conclusa nel 1968, porterà sviluppo togliendo
alla mafia il dominio delle risorse idriche, permettendo la nascita
di aziende grazie all'irrigazione della terra, prima arida ed ora
coltivabile. Un vero cambiamento nel senso economico, sociale e
quindi civile. Questo cambiamento, si badi bene, è stato reso
possibile grazie alla collaborazione nello studio e nella ricerca.
Metodo da utilizzare anche per arrivare alla verità. Con
quest'intenzione Danilo Dolci girerà l'Italia per animare laboratori
del genere (maieutici) nelle associazioni e nelle scuole.
Nel 1968 riceverà una
laurea honoris causa in Pedagogia dall'Università di Berna.
Nel 1969 esce il libro
“Inventare il futuro”
Nel 1970, su iniziativa del Centro di
Dolci, viene fondata la “Radio libera di Partinico” per dar voce
ai “poveri cristi”.
Il 26 marzo 1970, dopo un giorno solo
di vita, viene distrutta e sequestrata.
Gli è riconosciuto il
Premio Socrate di Stoccolma per "l'attività svolta in favore
della pace, per i contributi di portata mondiale dati nel settore
dell'educazione" ed il Premio Prato per la Resistenza per la
poesia "11 limone lunare"
Nel 1971 gli verrà riconosciuto il
Premio Sonning per il suo contributo alla cultura europea.
Nel 1975 gli verrà attribuito il
“Premio Etna-Taormina” per la poesia.
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