Dal 1972 ogni 5 giugno festeggiamo la Giornata mondiale
dell’Ambiente.
Dai, sondaggio: chi lo sapeva?
Lo scorso anno, per l’occasione, Legambiente ha presentato
il rapporto “Tutti in classe A” analizzando 200 edifici in 21 città d’Italia.
Negli immobili classificati classe A si vive sostanzialmente
meglio perché dove passiamo gran parte delle nostre giornate, vivendoci o
lavorandoci, le dispersioni di calore e i consumi energetici sono ridotti.
L’edilizia,
complessivamente, rappresenta il 53% dei consumi elettrici ed il 35% dei
consumi energetici totali. Si capisce che è quindi molto importante intervenire
in questo settore.
La direttiva europea 2002/91 obbliga, tra l’altro, la
certificazione degli edifici nuovi e di quelli esistenti se oggetto di
compravendita. Inoltre, con la direttiva 31/2010, dal primo gennaio 2021 tutti
i nuovi edifici dovranno essere “neutrali” da un punto di vista energetico: non
dovranno cioè aver bisogno di apporti per riscaldare o rinfrescare, tranne
attraverso fonti rinnovabili.
Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, spiega:
“Ora si deve cambiare passo. Occorrono controlli veri e indipendenti sugli
edifici, si devono aumentare progressivamente le prestazioni energetiche e il
contributo delle fonti rinnovabili. Scegliere questa strada è la migliore
risposta alla crisi economica per rilanciare il settore delle costruzioni ed
abitare in case a bollette zero”
Edifici costruiti dopo l’anno 2000 come nel Villaggio
olimpico di Torino, nella Giudecca a Venezia, nel quartiere Bufalotta a Roma,
nel complesso Porta nuova a Pescara o nella periferia di Bari ravvisano
problemi di dispersione con distribuzione estremamente eterogenea di
temperatura.
Il Kondominium Rosenbach a Bolzano, via Cittadella a
Firenze, via Lumignacco a Udine e località Fontana a Perugia non presentano
invece ponti termici significativi e sfruttano al meglio l’esposizione alla
radiazione solare minimizzando così i consumi energetici in inverno (fino a
2mila euro annui in meno rispetto a chi abita in una casa di Classe G).
È stato stimato che il 75% degli edifici italiani siano
stati costruiti tra il 1946 ed il 1991. Degli edifici di questi anni (in cui vive
larga parte dei cittadini) uno su tre mostra dispersione energetica.
Per migliorarne le condizioni vengono, per esempio,
realizzati “cappotti termici”. In un periodo di crisi come quello che
attraversa il mercato immobiliare, l’innovazione proposta dall’Unione Europea
rappresenta un’opportunità da cogliere per creare lavoro ed arrivare ad
azzerare le bollette famigliari.
Bisognerebbe introdurre regole omogenee per la
certificazione e per i controlli, sanzioni per chi non rispetta, stabilire
standard minimi per nuovi edifici e premiare i miglioramenti di classe
energetica dovuti a ristrutturazioni. Potremmo così rispettare i vincoli
energetici, aumentare la vivibilità degli edifici e ridurre drasticamente il
consumo di energia da combustibili fossili. Aspetto, quest’ultimo, non da
sottovalutare visto che l’Italia soffre, rispetto ad altri Paesi europei, di
maggior dipendenza dall’estero. Per esempio, sul totale dei consumi primari
europei il gas naturale rappresenta il 26% mentre in Italia è il 37%; nei
settori di consumo finale la dipendenza europea dal gas è del 23% mentre quella
italiana è del 30%. Perché? Perché in Europa si utilizza il gas naturale per
scaldarsi e per cucinare mentre in Italia lo utilizziamo (un terzo del totale)
anche per produrre più del 50% di energia elettrica.
Non basta quindi un tè caldo sotto le coperte per
riscaldarsi. Per risparmiare però sulla bolletta del gas nell’impietoso inverno
è possibile ricorrere subito ad alcuni accorgimenti.
1-Lo sappiamo tutti: non siamo ai tropici! Quindi non
abituiamoci a temperature estive in inverno: 20 gradi quando siamo in casa sono
molto più che sufficienti, di notte o quando non ci siamo possiamo abbassarli
notevolmente visto anche che il gruppo energetico “Hera” dice che riducendo di
1 grado la temperatura possiamo risparmiare il 6% della bolletta.
L’amministratore delegato del gruppo, Cristian Fabbri, ha addirittura
affermato: “Consumare meno è un dovere ed un’opportunità: fa bene all’ambiente
ed al portafogli”
2-anche quando siamo in casa possiamo limitare l’accensione
del riscaldamento ai soli locali che utilizziamo.
3-quante volte mettiamo calzini, asciugamani eccetera sui
termosifoni? Ricordiamoci che così rendiamo più difficile il passaggio del
calore.
4-una novità, per me. Tenendo le tapparelle abbassate
isoliamo meglio l’abitazione e necessitiamo di meno energia per riscaldare.
Quindi, quando ormai la luce non filtra più tramite le finestre è ora che si sacrifichi
un po’ il panorama.
Avete altre dritte per ritrovarci in tasca qualcosina e al
tempo stesso aver più rispetto per l’ambiente?
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