Vuoi saperne di più?

Questo è un “blog” ed è un mezzo per esprimere creatività in modo libero.

Qui vorrei far conoscere in completa autonomia i miei pensieri, i miei desideri, le mie idee, le mie esperienze, le mie riflessioni, i miei momenti, le mie storie, i miei sentimenti, i miei disagi, le mie opinioni, le mie proteste le mie considerazioni. Vorrei pure condividere notizie ed informazioni.

Il blog è uno strumento che permette ai lettori di scrivere commenti esprimendo collettivamente libere opinioni esponendo così i problemi e, entrando in collaborazione, dar voce alle soluzioni.

Accanto a ciò che si racconta ha un'importanza vitale come lo si racconta, quindi esigo “l'indipendenza per poter approvare ciò che c'è di buono e criticare ciò che c'è di male”


mercoledì 17 ottobre 2012

Scelte determinanti


L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la prevenzione e la cura dell’obesità dev’essere uno degli obiettivi più importanti da realizzare in tempi brevi.
Al Festival della Salute di Viareggio sono stati presentati i risultati di un’indagine la quale dice che in Italia sono presenti quasi 5 milioni di persone adulte afflitte da obesità e che le cure di questo problema costano più di 8 miliardi di euro l’anno, quasi il 7% della spesa sanitaria pubblica.

Dopo questa premessa, voglio dirvi come qualcuno ha risposto ad una domanda sulla situazione del nostro Paese: “Tranne una infinitesimale percentuale di italiani che ha difficoltà ad accedere al mangiare, la stragrande maggioranza della popolazione può accedere a quantità di cibo più o meno illimitate. Il fatto che noi abbiamo ancora 6 milioni di obesi, a fronte di una crisi temporanea e contingente, non mi stupisce. La crisi morde nel ridurre posti di lavoro, non certo nel portarci alla fame.”

Chi può averlo detto?
Il parlamentare del PDL Giorgio Stracquadanio lo scorso febbraio che, superficialmente, affiancava l’obesità al benessere, non sapendo che invece si tratta di una patologia, una malattia.

Pochi giorni prima a Radio 24 diceva anche: “Chi guadagna 500 € è uno sfigato per varie ragioni e per fortuna sono pochissimi in Italia”. Il conduttore sosteneva che invece sono 800mila persone e Stracquadanio rispondeva: “Se fosse vero avremmo i morti di fame per le strade. Si tratta di una piccola quota di popolazione che hanno pensioni sociali più basse. Sono sfigati, si parla di situazioni limite. Sono stufo di una retorica piagnona. Non esiste guadagnare 500 € al mese. Ma chi li guadagna? Ma quali giovani precari! La media dei consumi di telefonia mobile, il telefonino cosa che hanno tutti nelle mani, vediamo che non basterebbero quelli. Chi guadagna 500 al mese è una minoranza ed è uno sfigato che non è stato capace. Sfigati sono quelli che hanno avuto una qualche sfortuna nella loro vita e non si danno da fare. Chi guadagna 500 € non si dà da fare. C’è un cospicuo numero di persone che percepisce questa pensione ma sono aggiuntive ad altri redditi o aggiuntive ad una condizione di vita familiare dove quello è un reddito in più”.

Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, oltre a sentirsi disgustato, ha voluto lucidamente rispondere: “In un momento come questo, di crisi economica, nel Paese con un precariato dilagante che mangia il presente di un’intera generazione, dichiarazioni come queste sembrano, oltreché irriguardose, completamente slegate da una qualsiasi realtà, e sembrano davvero quelle di un politico che, chiuso nelle stanze di potere, ha perso di vista la situazione drammatica nella quale galleggia a malapena il Paese. Se conoscesse la realtà non si sognerebbe neanche di fare certe affermazioni. Siamo indignati e sconcertati da queste parole che vanno a insultare tutte le migliaia di giovani che vedono in quelle 500 € il mezzo per arrivare alla fine del mese e migliaia di altri, che non hanno la fortuna di arrivarci neppure a quella cifra perché ostaggio degli stage gratuiti, del lavoro nero o della grande disoccupazione giovanile. Come è possibile stigmatizzare con ‘Sfigati-Morti di fame’ tutta un’intera generazione: per un presente in ostaggio della precarietà e della disoccupazione, per un futuro incerto e senza fondamenta, per potercelo edificare da soli vorremmo risposte dai politici che troppo spesso parlano dell’importanza della famiglia. Magari avessimo noi la possibilità di potercene costruire una da soli! Invece si continua con le dichiarazioni spot e continuano ad arrivare sulle nostre teste queste etichette offensive e irriguardose”.

Paghiamo profumatamente delle persone per mestieri in cui si rivelano palesemente inadatte.

A proposito, l’associazione di industriali Confindustria che a novembre 2011 dichiarava probabile la ripresa a partire “dalla tarda primavera 2012”.
Siamo in autunno..

Alla fine di questo mese ci sarà l’88a giornata mondiale del risparmio, colgo quindi l’occasione per mostrarvi cosa si diceva in quella dell’anno precedente.
Mario Draghi, attuale Presidente della Banca centrale europea e all’epoca Governatore della Banca d’Italia, non vedeva uno stato di buona salute perché dall’inizio dello scorso decennio la propensione al risparmio è scesa attestandosi nel 2010 al 12% del reddito, inferiore al dato dell’area dell’euro. La flessione è stata più accentuata nei nuclei appartenenti alle classi meno abbienti che, a fronte della stagnazione del reddito disponibile, hanno più difficoltà a comprimere i consumi di bene e servizi essenziali. Tra i giovani con età inferiore a 35 anni è aumentata la quota di famiglie con risparmio nullo o negativo è salita dal 26% al 32%.

Ecco un effetto del capitalismo di questi anni. Andando avanti così, quanto ci metteremo a prosciugare i nostri salvadanai?

Cosa possiamo fare? Intanto non votare chi dimostra di non meritare, operare una sorta di boicottaggio nonviolento rispetto alla lista che ospiterà il parlamentare di cui sopra, se non potremo boicottarlo direttamente. 

Se questo gioco ad eliminazione coinvolgerà tutte le liste sarà il segnale: è giunta l’ora di mettersi in gioco. 

2 commenti:

  1. le dichiarazioni di Stracquadanio sono idee ed opinioni del tipico politico che non conosce la realtà. Anzichè partecipare a mille talk show televisivi potrebbe partecipare a qualche assemblea di quartiere in più per tastare di persona come vivono gli italiani. Non credo però che un berlusconiano così apparentemente convinto come lui potrebbe cambiare idea. Proprio il suo Presidente diceva che i ristoranti sono pieni e che la crisi era pura fantasia.

    RispondiElimina
  2. Credo che Michele Orezzi abbia incarnato parole che molti pensano

    RispondiElimina