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mercoledì 3 ottobre 2012

Una proposta concreta e utile per l’occupazione


Oggi ho aderito alla proposta che si trova qui

“…per un cambio di priorità in Italia nelle scelte economiche ed industriali, al fine di iniziare a superare l’attuale crisi di sistema…

Quando, come ora, si vivono grandi cambiamenti epocali, dove masse sempre più grandi di persone soffrono per mancanza di lavoro, occorre rimettere in discussione idee consolidate, in particolare il dogma della crescita continua del Prodotto Interno Lordo…
Si parla di “Project Bond” per realizzare grandi opere infrastrutturali. Si tratta in pratica di fare ancora altri debiti per realizzare grandi opere finalizzate, più che alla reale utilità, al far ripartire la crescita, come se questa fosse la soluzione ad ogni male. Ancora grandi opere, ancora a debito per riavviare la crescita e poter pagare gli interessi sul debito! Ma che follia è? E in questo teatro dell’assurdo, si inserisce anche il luogo comune del collegamento diretto fra crescita e occupazione. Si dà per scontato che la crescita faccia automaticamente aumentare l’occupazione, ma non è vero e ci sono i numeri a dimostrarlo. Dagli anni ’60 ad oggi il PIL è aumentato di quasi 4 volte, mentre l’occupazione in proporzione all'aumento della popolazione è diminuita! Ogni imprenditore sa che, nella maggior parte dei settori merceologici, l’aumento della produttività e quindi del PIL, si ottiene con l’automazione e con l’ottimizzazione dei processi produttivi...il grosso del lavoro lo farebbero le macchine…

Per dimostrare le nostre tesi, abbiamo studiato i dati della galleria per il TAV in val di Susa. Abbiamo scelto questa grande opera a titolo di esempio perché sono disponibili molti dati forniti dal Ministero competente, quindi certi e utili per avviare delle comparazioni. Tali dati indicano che la nuova galleria del TV consentirebbe di creare 2mila nuovi posti diretti e 4mila indiretti. In realtà le cifre sembrano ottimistiche, ma anche se si raggiungessero tali obiettivi occupazionali, avremmo al massimo 6mila nuovi posti di lavoro contro un investimento minimo di 8,2 miliardi d €, ovvero 0,73 nuovi posti per ogni milione di € investito, sempre che il costo dei lavori non subisca aumenti esponenziali in corso d’opera come è sempre avvenuto fino ad oggi in Italia!
In ogni caso la spesa sarebbe coperta a debito ribaltando ancora una volta il problema sulle generazioni future, che dovrebbero anche sorbirsi i danni ambientali e le spese per l’energia necessaria a illuminare e climatizzare l’opera.
Tutte le grandi opere infrastrutturali hanno per comune denominatore l’uso del debito, di molto cemento, di molta energia e hanno quindi un impatto ambientale molto rilevante…

Si può fare diversamente? Certo che sì! Bisogna solo cambiare le priorità e spendere il denaro il altro modo...

In uno studio dell’ENEA del 2009 si proponevano interventi di riqualificazione energetica in 15mila scuole ed edifici pubblici, che attualmente spendono circa 1,8 miliardi di € ogni anno in energia elettrica e termica. Con gli 8,2 miliardi di € previsti per il TAV si può risparmiare il 20% dei consumi di questi edifici, pari a oltre 420 milioni di € all'anno e si possono creare almeno 150mila nuovi posti di lavoro.
In un articolo apparso il 13 febbraio 2012 sul Sole24ore si legge che investendo 1 milione di € in progetti di efficienza energetica si generano in media 13 posti di lavoro. Non si parla qui di energie rinnovabili, che pure generano 3 o 4 posti di lavoro per ogni milione di € investito, ma del lavoro di “tappare buchi” dai quali sfugge e viene sprecata gran parte dell’energia che usiamo nell'abitare  Per ogni 10 miliardi di € investiti si possono avere 130mila nuovi posti di lavoro di buona qualità, mentre investendo la stessa cifra in grandi opere daremmo lavoro al massimo a 7300 persone.
Dobbiamo poi considerare che i costi delle opere di efficientamento si pagherebbero in pochi anni con il risparmio energetico e in meno di un decennio i soldi investiti sarebbero di nuovo disponibili per nuovi utilizzi. Diventerebbero di fatto dei fondi di rotazione. Immediatamente calerebbe la bolletta energetica e l’inquinamento da CO2. Quindi ci guadagneremmo tutti. Inoltre con commesse piccole e diffuse, i fenomeni di grande corruzione politica, tipici dei grandi appalti, sarebbero certamente più infrequenti…

Noi facciamo appello alla politica perché dia priorità a questi interventi che generano molti benefici per tutti. Le grandi infrastrutture eventualmente si faranno in un secondo momento e solo quando si avrà la certezza che serviranno davvero!
Occorre abbandonare il dogma della crescita continua. 
Nell'Universo NULLA cresce per sempre…”

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