Oggi ho aderito alla proposta che si trova qui
“…per un cambio di priorità in Italia nelle scelte
economiche ed industriali, al fine di iniziare a superare l’attuale crisi di
sistema…
Quando, come ora, si vivono grandi cambiamenti epocali, dove
masse sempre più grandi di persone soffrono per mancanza di lavoro, occorre
rimettere in discussione idee consolidate, in particolare il dogma della
crescita continua del Prodotto Interno Lordo…
Si parla di “Project Bond” per
realizzare grandi opere infrastrutturali. Si tratta in pratica di fare ancora
altri debiti per realizzare grandi opere finalizzate, più che alla reale
utilità, al far ripartire la crescita, come se questa fosse la soluzione ad
ogni male. Ancora grandi opere, ancora a debito per riavviare la crescita e
poter pagare gli interessi sul debito! Ma che follia è? E in questo teatro dell’assurdo,
si inserisce anche il luogo comune del collegamento diretto fra crescita e
occupazione. Si dà per scontato che la crescita faccia automaticamente
aumentare l’occupazione, ma non è vero e ci sono i numeri a dimostrarlo. Dagli
anni ’60 ad oggi il PIL è aumentato di quasi 4 volte, mentre l’occupazione in
proporzione all'aumento della popolazione è diminuita! Ogni imprenditore sa
che, nella maggior parte dei settori merceologici, l’aumento della produttività
e quindi del PIL, si ottiene con l’automazione e con l’ottimizzazione dei
processi produttivi...il grosso del lavoro lo farebbero le macchine…
Per dimostrare le nostre tesi, abbiamo studiato i dati della
galleria per il TAV in val di Susa. Abbiamo scelto questa grande opera a titolo
di esempio perché sono disponibili molti dati forniti dal Ministero competente,
quindi certi e utili per avviare delle comparazioni. Tali dati indicano che la
nuova galleria del TV consentirebbe di creare 2mila nuovi posti diretti e 4mila
indiretti. In realtà le cifre sembrano ottimistiche, ma anche se si
raggiungessero tali obiettivi occupazionali, avremmo al massimo 6mila nuovi
posti di lavoro contro un investimento minimo di 8,2 miliardi d €, ovvero 0,73
nuovi posti per ogni milione di € investito, sempre che il costo dei lavori non
subisca aumenti esponenziali in corso d’opera come è sempre avvenuto fino ad
oggi in Italia!
In ogni caso la spesa sarebbe coperta a debito ribaltando
ancora una volta il problema sulle generazioni future, che dovrebbero anche
sorbirsi i danni ambientali e le spese per l’energia necessaria a illuminare e
climatizzare l’opera.
Tutte le grandi opere infrastrutturali hanno per comune denominatore l’uso del debito, di molto cemento, di molta energia e hanno
quindi un impatto ambientale molto rilevante…
Si può fare diversamente? Certo che sì! Bisogna solo cambiare
le priorità e spendere il denaro il altro modo...
In uno studio dell’ENEA del 2009 si proponevano interventi
di riqualificazione energetica in 15mila scuole ed edifici pubblici, che
attualmente spendono circa 1,8 miliardi di € ogni anno in energia elettrica e
termica. Con gli 8,2 miliardi di € previsti per il TAV si può risparmiare il
20% dei consumi di questi edifici, pari a oltre 420 milioni di € all'anno e si
possono creare almeno 150mila nuovi posti di lavoro.
In un articolo apparso il 13 febbraio 2012 sul Sole24ore si
legge che investendo 1 milione di € in progetti di efficienza energetica si
generano in media 13 posti di lavoro. Non si parla qui di energie rinnovabili,
che pure generano 3 o 4 posti di lavoro per ogni milione di € investito, ma del
lavoro di “tappare buchi” dai quali sfugge e viene sprecata gran parte dell’energia
che usiamo nell'abitare Per ogni 10 miliardi di € investiti si possono avere
130mila nuovi posti di lavoro di buona qualità, mentre investendo la stessa
cifra in grandi opere daremmo lavoro al massimo a 7300 persone.
Dobbiamo poi considerare che i costi delle opere di
efficientamento si pagherebbero in pochi anni con il risparmio energetico e in
meno di un decennio i soldi investiti sarebbero di nuovo disponibili per nuovi
utilizzi. Diventerebbero di fatto dei fondi di rotazione. Immediatamente
calerebbe la bolletta energetica e l’inquinamento da CO2. Quindi ci
guadagneremmo tutti. Inoltre con commesse piccole e diffuse, i fenomeni di
grande corruzione politica, tipici dei grandi appalti, sarebbero certamente più
infrequenti…
Noi facciamo appello alla politica perché dia priorità a
questi interventi che generano molti benefici per tutti. Le grandi
infrastrutture eventualmente si faranno in un secondo momento e solo quando si
avrà la certezza che serviranno davvero!
Occorre abbandonare il dogma della crescita continua.
Nell'Universo NULLA cresce per sempre…”
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