Vuoi saperne di più?

Questo è un “blog” ed è un mezzo per esprimere creatività in modo libero.

Qui vorrei far conoscere in completa autonomia i miei pensieri, i miei desideri, le mie idee, le mie esperienze, le mie riflessioni, i miei momenti, le mie storie, i miei sentimenti, i miei disagi, le mie opinioni, le mie proteste le mie considerazioni. Vorrei pure condividere notizie ed informazioni.

Il blog è uno strumento che permette ai lettori di scrivere commenti esprimendo collettivamente libere opinioni esponendo così i problemi e, entrando in collaborazione, dar voce alle soluzioni.

Accanto a ciò che si racconta ha un'importanza vitale come lo si racconta, quindi esigo “l'indipendenza per poter approvare ciò che c'è di buono e criticare ciò che c'è di male”


giovedì 12 aprile 2012

Berlino 2011-2012 - 34° incontro europeo organizzato dalla comunità di Taizé - seconda parte


Il 29 dicembre, dopo il pranzo e la preghiera, nel pomeriggio ho partecipato ad un interessantissimo workshop. Cos’è uno “workshop”? Letteralmente significa officina o laboratorio ed infatti può essere un laboratorio di idee. Il titolo era “Una nuova solidarietà nell’economia: la condivisione”

La lingua in cui viene trattato è l’inglese e viene chiesto sul posto il bisogno di traduzioni. C’è chi è disponibile a tradurre in francese e chi in tedesco mentre spagnoli e portoghesi non lo ritengono necessario (davvero? Sarebbe l’abbattimento di un luogo comune!) la traduzione nella mia lingua è superflua: sono l’unico Italiano in sala e dovrei tradurmi da solo!!
Va beh, si vede che i miei compatrioti avranno di meglio da fare o non avvertono problemi economici..

Si parte.
Si parla di una nuova economia solidale e della necessità si ricercare nuove strade per nuove solidarietà nei differenti aspetti: in economia ci sono diverse idee ma bisogna continuare a cercare soprattutto ora visto che l’economia domina sia su internet che sui giornali.
Munib Younan, presidente della Federazione Luterana Mondiale, dice che è una crisi di confidenza: si è rotta la fiducia, che è molto importante. È questione di fiducia tra persone o tra mercati? Comunque sia, la speranza degli speculatori è fare soldi.
Sabine, un’opinionista economica, tenterà con delle slides di illustrarci un differente modo di fare economia. Lei non è cristiana, vive a Berlino dopo dieci anni di viaggi alla ricerca della solidarietà economica. Queste esperienze le han fatto vedere la distrazione riguardo all’ambiente: tutto è concentrato sulla moneta. Chiede: “la solidarietà economica è possibile oggi?”
Patrick è un ricercatore tecnologico e la sua relazione si intitola “Economia per prendersi cura di tutti”. Afferma che è molto importante oggi muovere l’economia. Anche lui ha viaggiato (per ben 14 anni!), risparmiando ed investendo nella ricerca.
Ci si chiede perché non si possa far senza moneta e si dà un’occhiata a quali altri progetti già esistono.

Dopo problemi tecnici le riflessioni portano a capire che:
-l’esclusione porta all’arrabbiatura
-le risorse del Pianeta sono diverse e diversa è la loro educazione scientifica
-le risorse dovrebbero essere per tutte le singole persone.
Poi un excursus storico ci porta a pensare a quando cominciarono a recintare le proprietà dando come segnale l’ “accesso negato”. Quindi: o tante monete o divieto d’accesso (e perciò esclusione). Ritorniamo al punto precedente: l’esclusione porta all’arrabbiatura.
A che cosa siam destinati??
Proviamo a rileggere la storia: i pastori aumentavano con le loro pecore fino a dover così brucare più erba di quanta fosse immediatamente disponibile. Quindi, non essendocene per tutti succede che alcuni animali muoiono e che si arriva a litigare. La globalizzazione ci fa ripartire dalla scarsità di cibo che, come ogni risorsa, non c’è per tutti e bisogna distribuirlo.

Si cerca un’alternativa al denaro perché nell’era di internet le banche privatizzate guadagnano chiedendo alti interessi ai debitori e facendo circolare il denaro dei creditori.
Viene illustrato poi un comune circolo: l’agricoltore che chiede soldi alla banca per finanziare l’attività, la banca che presta i soldi che sono stati depositati da delle persone, magari le stesse che vanno a comprare dall’agricoltore. L’agricoltore potrebbe chieder i soldi direttamente ai clienti per potersi finanziare. Qui intervengo io dicendo che devono supporre dei requisiti che al momento non vedo e cioè:
-dovrebbe esserci un mondo con un mercato vicino alla perfezione, cioè senza conflitti, con informazioni distribuite equamente, aspettative simili,…
-l’agricoltore dovrebbe avere una clientela fissa, che spende mediamente una certa cifra e che approverebbe un aumento del prezzo per la stessa merce. Difficile, no?
Cerco di far capire che l’intermediario svolge un lavoro utile (elargendo prestiti ed accettando depositi) e che non bisogna colpevolizzarlo a priori. Quindi bisogna non focalizzarsi sul soggetto ma su come agisce.
Mi vien risposto che gli interessi sono così elevati che per pagarli bisogna chiedere altri prestiti ad altre banche; moltiplicando così i debiti all’infinito può succedere che l’agricoltore non paga le banche e le banche potrebbero poi non pagare le persone. Viene comunque accettata la mia idea di concentrarsi sul “come” si agisce.
Si parla poi di lavoro partendo da un assunto: ognuno ha bisogno di un reddito e questo lo si può avere lavorando. Le persone fanno anche ciò che non piace loro pur di avere soldi da poter spendere.
A guardare le nuove vie lo sguardo si posa sul free sharing & caring. 

Ogni individuo quotidianamente si pone delle domande e cerca delle risposte. Per esempio: cosa e quanto mangiare ogni giorno, come trasportarsi, come occupare il tempo libero.. Le risposte possono essere l’auto, l’orto, utilizzare il computer, mentre un’altra persona pensa ad un altro tipo di cibo, al trasporto pubblico, a suonare la chitarra.. Viene fatto l’esempio di un’infermiera: un lavoro in cui si guadagna curando i mali altrui (se la salute dovesse essere migliore e le entrate reddituali dovessero diminuire potrebbe scegliere di non comprarsi una chitarra, per esempio). Un agricoltore spende per gli attrezzi e per le cure mediche (al bisogno), guadagnando in base a ciò che gli altri mangiano. Un offerente di energia guadagna dal consumo altrui. Un industriale potrebbe guadagnare dai trattori che vende all’agricoltore e dalle ambulanze che l’ospedale dell’infermiera compra. Tutto ciò per dire che siamo tutti correlati.
Che succede se qualcuno non paga? Su chi si ripercuotono i debiti? Lo stiamo vivendo tutt’ora..
Quindi l’economia più utile è quella che finanzia chi fa servizi per tutti. A pensarla così siamo un numero che sta aumentando e, diventando grosso, potrà incidere nelle scelte di mercato. L’importante è quindi il necessario. 

Abbiamo la fortuna d’incontrare molte persone, tra cui:
-Suzanne che tramite Non commercial Bakery dal 2009 insegna ad usare a Berlino le infrastrutture a basso costo
-Christa (parla con la mano in tasca per riempire i pantaloni dice, probabilmente è per evitare l’imbarazzo) fa parte di Sharing Circles: agricoltori non commerciali di Berlino che producono carciofi, patate, soia e riso. Non accettano monete perché potrebbero favorire la speculazione. Il futuro lo indica nella produzione ecologico-sociale, a cui si arriva attraverso la condivisione della conoscenza, riducendo così anche il monopolio.

Nella prossima puntata spiegherò come si costruisce un pratico modello economico.

Nessun commento:

Posta un commento